Bari: "Per fortuna che c'è Riccardo" che risolve la gara

Bari - Una gara a biliardo, volendo parafrasarla. Certo, questa gara tra Bari e Cesena non verrà ricordata come la migliore tra le ultime milletrecento gare del Bari viste fino adesso. Diciamo che nella gara non è mancato nulla: un po' di noia moraviana, un po' di brio boccaccesco, qualche pillola carducciana, insomma un mix di tutto, costanza e caparbietà del miglior Trilussa romanesco, ma anche con una vaga depressione lolliana ed un pizzico di maschilità tipica del rugby, gioco per antonomasia sporco e rude, tirata come una corda di contrabbasso: dunque, non una bella gara ma decisamente vibrante al punto giusto complice la scarsa vena dell'avversario, troppo morbido, poco aggressivo, incapace di imbastire azioni pericolose e di dettare legge anche per dieci minuti, (come fanno un po' tutte) forse a causa delle loro defezioni, ma anche un avversario tosto tanto da prendere le redini del gioco non oltre l'area barese con le giocate dei singoli fino alla punizione trasformata in gol da Di Roberto, complice una barriera posizionata male da Micai, il quale nulla ha potuto contro quel tiro magistrale dell'attaccante romagnolo.
Un rigore grande quanto una casa nel primo tempo negato al Bari con l'ex Ligi che ha trattenuto Maniero con la maglia, ha fatto da contraltare un secondo, altrettanto netto, concesso al Bari dall'arbitro Abisso, un rigore che Riccardo Maniero, oggi in gran spolvero, ha trasformato in gol vincente dopo il vantaggio del primo tempo su cross geometrico di Cassani per la testa dell'attaccante partenopeo.
Diciamo che il Bari, rispetto al Cesena apparso impacciato e timoroso della linea offensiva biancorossa, ci ha creduto di più nella vittoria grazie al funzionamento delle fasce dove si è assistito ad un passo avanti di Furlan, meno da quello di Ivan (che ala destra non è mai stato) e coi soliti terzini, Sabelli e Cassani, a fungere da ali esterne coi relativi cross spesso pennellati ad arte per la testa di Maniero che le ha prese praticamente tutte anche quelle non indirizzate in porta.
E che dire di Fedele e di Valiani, anima e cuore di questo Bari, il primo praticamente perfetto nel ruolo che sarebbe dovuto essere di Romizi, e col secondo che si è confermato come la “dinamo” biancorossa. A ciò vada ad aggiungersi una difesa di ferro trafitta solo dalla suddetta punizione con un Micai apparso incerto in almeno un paio di occasioni.
Ma la palma del migliore in campo è spettata a Maniero - gol a parte - che ha fatto un po' tutto, da sponda per De Luca (oggi sottotono), ha preso le consuete botte, ha colpito di testa praticamente tutti i cross giunti dalle sue parti, ha sfiorato anche il gol in una circostanza e, dulcis in fundo, ha deliziato la platea barese con due gol, uno su rigore, l'altro di testa, dimostrando che il Bari non va in gol solo su penalty.
Insomma verrebbe da rievocare una vecchia canzone di Gaber che faceva, grosso modo, così: “e per fortuna che c'è il Riccardo che da solo gioca a biliardo, non è di grande compagnia ma è il più simpatico che ci sia”.
Infine un ultima considerazione inevitabile: è bugia quando si parla di “dieci sfigati”, ne son stati molti ma molti di più, circa un migliaio, forse meno, ma non pochi a fischiare durante il minuto di raccoglimento (vecchio vizio barese) per la scomparsa del Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Al netto di chi lo ha fatto per convinzione politica (che pure andrebbe censurata perchè il contesto è pallonaro: un silenzio di indifferenza sarebbe stato ancor più convincente) si è trattato di un comportamento censurabile a prescindere, che, ancora una volta, non rende giustizia alla città che meriterebbe ben altro spettacolo ma che invece, basta leggere ovunque, viene ricordata solo e sempre per le bruttezze che spesso emergono. E a nulla valgono gli applausi degli altri tredicimila perché anche se in minoranza, gli imbecilli che magari manco conoscevano il suo operato da Presidente e che pure stanno ovunque, han lasciato il segno.
